San Giorgio Martire onlus

MARIA icona dell’ attesa tra storia ed attualità

di Cinzia Tamburrello

 

Risultati immagini per icone dell'attesa del partoÈ lì presente una Vergine e madre: non di uno qualunque, ma di Dio”sono le parole di Ambrogio Autperto in uno dei sermoni dedicati a Maria. Eletto abate nel 777, Autperto è considerato il “primo dei grandi mariologi” della cristianità occidentale (Benedetto XVI, Udienza Generale 22 APRILE 2009). La mariologia occidentale dell’abate volturnense si  è incontrata con la tradizione liturgica orientale in un omaggio ecumenico alla Virgo et Mater del 1 dicembre. Il concerto del coro “Russia cristiana” ha dato  inizio al tempo di Avvento presso la storica abbazia di San Vincenzo al Volturno, con l’Esaltazione di Maria,  che con il suo sì incondizionato, partecipa in maniera intima e materna alla vicenda storica di Gesù. Ancora una volta sorprende la vision dell’associazione San Giorgio martire onlus e del centro Studi Tiphernum che, perfettamente in linea con questa sensibilità storica cultura e spirituale, ha riproposto dal  2016 nella monumentale chiesa di San Giorgio martire l’antica festa dell’expectatio partus, percorso di fede ed arte tra passato e presente tra storia e spiritualità. Il tentativo è quello di risalire alle fonti storiche per il recupero di pratiche liturgiche che Kelly autorevole studioso della liturgia beneventana ritenne così pregiate da paragonarle a  perle. Voluta dai Padri del Concilio di Toledo nel 656 e denominata Expectatio partus Beatae Mariae Virginis. “La festa della Madre – affermarono i Padri, non è nient’altro che l’Incarnazione del Verbo”. In seguito, la celebrazione prese il nome di “Festa di Nostra Signora della O”, si celebrava solennemente di buon mattino e vi partecipavano tutte le donne in attesa di un figlio per venerare la divina maternità di Maria e implorare da Lei soccorso nel momento del parto. In effetti, si trattava di una vera e propria festa della vita nascente. L’Avvento, per la Vergine Madre, fu singolare e privilegiato tempo di grazia, perché, come canta il Prefazio, fu Lei che “attese e portò in grembo con ineffabile amore” quel Figlio di Dio che è per noi Dono, Grazia, Salvezza. Da un’antica omelia risalente al 795 del vescovo Davide a PAPA FRANCESCO (Meditazione Mattutina nella cappella della Domus Sanctae Marthae Come in attesa del parto Lunedì, 23 dicembre 2013) contempliamo il mistero dell’attesa“A Natale si vivono le «percezioni interiori al femminile» proprie dell’«attesa di un parto». Un atteggiamento spirituale che prevede uno stile di «apertura»: per questo non si deve mai mettere sulla porta della nostra anima «un cartellino educato» con la scritta: «Si prega di non disturbare». La Chiesa fa questo, ha spiegato il Santo Padre, perché «è in attesa di un parto». Infatti «anche la Chiesa, in questa settimana, è come Maria: in attesa del parto». Nel suo cuore la Vergine «sentiva quello che sentono tutte le donne in quel tempo» così particolare: quelle «percezioni interiori nel suo corpo e nella sua anima» dalle quali comprende che il figlio sta ormai per nascere. E «nel suo cuore diceva sicuramente» al bambino che portava in grembo: «Vieni, voglio guardarti la faccia perché mi hanno detto che tu sarai grande!». È un’esperienza spirituale che viviamo anche «noi, come Chiesa», perché «accompagniamo la Madonna in questo cammino di attesa». E «vogliamo affrettare questa nascita del Signore». Questo è il motivo della preghiera: «Vieni, o chiave di Davide, o sole, o saggezza, o Emmanuel. Vieni!». Un’invocazione riecheggiata anche dagli ultimi versetti della Bibbia quando, alla fine del libro dell’Apocalisse, la Chiesa ripete: «Vieni, Signore Gesù». E lo fa con «quella parola aramaica — maranathà — che può significare un desiderio o anche una sicurezza: il Signore viene».

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